Senza brandire la fiaccola della genialità, la palma del martirio e il primato della proposta, ecco che anche la Toscana in questi giorni ha stabilito una sorta di registro, o  qualcosa di simile, di paramatrimoni su cui inscrivere le convivenze omosessuali che chiedono una tale semiufficializzazione. Per ora il registro dei matrimoni seri - i tradizionali, per intenderci- non si tocca se non per le diverse nuove unioni che si vanno facendo e sfacendo in modo sempre più facile e in numero sempre maggiore. Ma pare si voglia creare un costume diffuso che predisponga una legge nazionale in questo senso.

I motivi delle unioni omosessuali? Solitamente si recano ragioni di attrazione fisica, di affinità psicologica, di aiuto vicendevole, di amore, insomma, senza troppe precisazioni. Se si scava un poco più a  fondo si rinviene- trionfale- il tema della libertà sessuale , che però lascia subito intuire motivi  i quali nulla o quasi hanno a che fare con l’innamoramento, con l’affettività, con la volontà di crescere insieme come persone che si donano interamente aprendosi a nuove vite. Motivi non irrilevanti, come si nota: la reversibilità della pensione, una qualche divisione di certi programmi di assicurazione, il diritto di concorrere insieme per case popolari e di continuare ad abitare in un appartamento nell’ipotesi di morte di uno dei coniugi, senza la pazienza di attendere la vedovanza. Nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non divida.

Ragioniamo. Una legge civile che stabilisce anche un matrimonio di ferro, non si interessa molto se tra le mura domestiche si fa sesso a letto, sotto il letto, o non lo si fa per nulla. E allora, perché ostinarsi a disturbare la struttura del matrimonio per formare una lieve specie di struttura di famiglia? E già che ci si è, perché mai  non unire giuridicamente anche tre o quattro omosessuali o anche più, includendo pure eterosessuali, per poter far valere i vantaggi di cui si parlava? L’orgia che inizia in tight e abito bianco con il velo immacolato? Perché non intruppare in una sorta di matrimonio parenti stretti, in barba agli impedimenti e allo strutturalismo di Levi Strauss? Le combinazioni possono anche  arruffarsi, tanto è la libertà che deve dominare. Basta tener ferme le pretese di diritti criptomatrimoniali. E si è al cosiddetto libero amore  che per Wilhem Reich è il segreto e l’inizio dell’uomo e del mondo nuovo. Con tanti saluti ai più deboli  e ai  più fragili.

Può sembrare paradossale e provocatoria una riflessioncina come questa. Ma si obietti che sia contraddittoria. Da stabilire è se l’amore umano ha delle norme che lo regolano e lo rendono formativo, oppure se deve essere composto e condotto “ à la colle” , quand’anche non in un periodo e in situazioni rischiose almeno per l’immaturità dei sedicenti coniugi.

Tanto vale ammettere che non si sta parlando di amore, ma di affari. A meno che  il peso dell’attenzione cada sugli interessi economici o simili. Ma allora si lasci in pace la Costituzione Italiana e la natura profonda della persona, uomo e donna. A meno che tutto questo ambaradan non lo si susciti che per far accettare dalla società un nuovo stile di vita che non sembra eccelso, ma si vuole che sia sul medesimo piano e addirittura su un piano superiore rispetto al “totius vitae coniugalis commercium” di San Tommaso.

Non ci si accorge che gli omosessuali si fanno già della loro condizione un merito e una millanteria?

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