Nozze: il prete al posto del sindaco

 

Il celebrante ufficiale di un matrimonio – se così si può dire -, svoltosi lo scorso 13 gennaio a Padova, era un sacerdote: Don Albino Bizzotto. Un prete non come tanti, ma come quasi tutti i novatori: è presidente dei “Beati i costruttori di pace”. Voleva unire in matrimonio la signorina-signora Emma, divorziata, con Luigino, dei cattolici extra-chorum. Evidentemente Emma non poteva sposarsi in chiesa. Lo sanno anche i bambini della Prima Comunione.

Don Bazzotto, che seguiva la coppia – seguiva, cioè guidava o si lasciava condurre?-, non potendo celebrare le nozze secondo il rito cattolico, ha chiesto al sindaco di poter fungere da celebrante per un matrimonio ovviamente civile. Che cosa ci facesse un prete al posto del sindaco o di un assessore, non è dato di capire. Don Bizzotto, però, ha le sue idee sul matrimonio e sulla Chiesa. Avrebbe volentieri presieduto il rito nuziale in chiesa con l’Eucarestia. (Ma come ammettere alla Comunione una divorziata cattolica che si separa e si sposa civilmente?) Ed ecco la puntata contro la “Chiesa ufficiale”: ufficiale, perché ce ne è una anche “caporale”?: “A volte mi chiedo perché esista un atteggiamento di rifiuto del matrimonio sacramento da parte della Chiesa nei confronti dei divorziati”. Non un filo di ricordo di Cristo che ha istituito il sacramento delle nozze cristiane. Non un pensiero svagato nei confronti dell’Eucarestia come segno e causa dell’unione tra gli sposi.

E qui, cade, puntuale come le tasse, il rimprovero alla comunità cristiana. Dice il teologo improvvisato: “ Sono contento di essere vostro testimone qualificato. Lo sarei stato volentieri in Chiesa con una Eucaristia. Ancora non è possibile secondo la legge della Chiesa; visto che ciò mi è consentito dalla legge civile lo faccio volentieri”. E siamo alla solita solfa del gesto profetico: per adesso la sgangherata Chiesa in cui siamo non ha capito che l’amore umano dipende e partecipa all’amore di Cristo per la Chiesa. E continua il contestatore escatologico: “ Visto che l’assistere al matrimonio civile mi è consentito soltanto dalla legge statuale, agisco volentieri da ufficiale pubblico e profano”.

Col passar del tempo, i preti faranno gli impiegati civili e gli addetti comunali celebreranno matrimoni, confessioni e pontificali?

Un gran pastrocchio. Chi ha insegnato la Dottrina cattolica a questo prete? E i sedicenti credenti stabiliscono da sé ciò che Cristo ha fissato per la vita di grazia e per la salvezza eterna? Meglio il Vangelo con il Magistero della Chiesa. Più chiaro. Più determinato. Più liberante. Più umano. Il resto è farneticazione dal punto di vista cattolico.

 

 

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