Novità: si torna al vecchio esame di riparazione

La valutazione degli alunni delle scuole medie superiori, negli ultimi tredici anni, è diventata un’equazione che assomiglia molto a una sciarada. Chi è promosso è promosso. Chi non è promosso non è necessariamente bocciato: è da fare tutto un conto di debiti e crediti per stabilire se un alunno può passare alla classe successiva a quella che frequenta. Il baratto è fatto a suon di “ debiti di formazione”. Manca solo l’approvazione della Corte dei Conti, poi dal prossimo anno scolastico gli studenti non potranno più accedere alle classi successive schiacciati da lacune non lievi. Con la fine di agosto di quest’anno, se la legge passa, è perché si ha almeno la sufficienza in tutte le materie che si è promossi; se no, si ripete l’anno.

La vecchia legge degli esami di riparazione fu introdotta negli anni venti. Nel 1955 vennero aboliti tali esami nella scuola elementare e media primaria. Nel 1995 furono soppressi anche alle medie superiori; furono sostituiti da corsi di recupero.

Con la nuova disposizione oltre alla promozione, alla bocciatura e alla possibilità di saldare i debiti pregressi, entro il 31 agosto, si stabilirà se l’alunno ha veramente colmato le lacune della sua preparazione per poter poi accedere alla classe ulteriore.

Non è un segreto per nessuno che lo studio riparatorio estivo, in molti casi, era più affermato che compiuto. Se si fosse continuato in questa direzione, non si riesce a capire dove ci si potesse fermare: perché un ragazzo non poteva essere in terza liceo dopo essere stato promosso agli esami di quinta elementare? Bastava che la promozione fosse ottenuta per il rotto della cuffia, con una maggioranza simile a quella ottenuta ai nostri giorni con la votazione dei senatori a vita: vestito a piombo con una griffe famosa e, sotto, i pannoloni.

D’ora in poi il giudizio di promozione o di bocciatura non terrà più conto dei milligrammi dei debiti e dei crediti: si concluderà con la promozione o la bocciatura.

Un teologo che legga queste vicende ha l’impressione di assistere alla evoluzione dottrinale che, tra Inferno e Paradiso, scopre il Purgatorio: né dannazione, né beatitudine: attesa, finché sarà giunto il momento opportuno, e intanto qualche sofferenzina. Uno storico che apprenda questa evoluzione scolastica – culturale, no – riscopre d’improvviso Giambattista Vico con gli eterni ritorni: bastava rimanere fermi dove si era decenni fa per avere già attuato la riforma. Oh, acume dei nostri governanti! E speriamo che sia finito il girotondo dei cambiamenti.

Che poi l’essere rimandati a settembre fosse sempre un danno, e magari irreparabile, è tutto da dimostrare: una caso per tutti. Albert Einstein, inventore della teoria della relatività, fu rimandato – proprio rimandato – in matematica alle scuole medie: nel 1921 ottenne il premio Nobel per la Fisica.

Il fascista Gentile in questi giorni esulta. Esimi pedagogisti lamentano che la nuova disposizione non tutela i tempi di crescita dei ragazzi: come se la crescita fosse misurata soltanto dalla pagella.

Dopo di che, oltre quella dell’Ocse, per la scuola italiana, arriva una nuova bocciatura: questa volta dalla Commissione Europea: la scuola italiana resta al di sotto della media comunitaria. Siamo alla vigilia di un nuovo Rinascimento? Almeno un luminare della cultura italiana ha obiettato che rovina l’armonia dell’evoluzione dei ragazzi la bocciatura scolastica e il permanere per troppi anni nella medesima classe. Chissà se il luminare studiasse un po’ di più, potrebbe capire che l’obiezione è scazonte.

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