L’aborto quasi santificato

I lettori non si aspettino che le notizie più gravi e drammatiche siano sempre messe in evidenza esibita e non trascurabile. Intanto, bisogna vedere quali siano gli organi di informazione che riferiscono gli avvenimenti. Per prendere un esempio: la profanazione della statua della Madonna a Bologna, dipinta – si fa per dire – con sperma umano era stata del tutto trascurata dalla quasi generalità delle televisioni. Dei giornali solo pochissimi ne avevano parlato per fare uno scandalo gratuito o un motivo di irrisione. Siamo o non siamo in un regime di libertà di informazione? E dunque, ciascuno scelga gli avvenimenti che preferisce e li sbatta in evidenza per far aumentare la propaganda.

Ciò, perché – lo si diceva qualche giorno fa – sono venuti a mancare i valori morali, i principi di comportamento umano e il rispetto delle persone. Gli esempi da richiamare possono essere moltiplicati a dismisura. Sembra non ci sia pagina o spot che abbia un minimo di valore e si presenti come culturalmente valido senza un richiamo a qualche aspetto di immoralità.

Un caso di ieri l’altro. Due sposi avendo appreso che stavano avendo un bimbo cieco e con problemi all’ipofisi, con il candore con cui si rivolgerebbero a un confessore sensato, scrivono una lettera al direttore della “Rubrìca delle lettere” del sito di Repubblica, Vittorio Zucconi, per chiedere come avrebbero dovuto comportarsi per agire moralmente: la mamma del nascituro handicappato era al quinto mese di gravidanza e aveva deciso per l’aborto. Una famiglia di lettori si dichiara pronta ad accettare il bimbo con handicap e a curarne la crescita e la salute. Questi genitori che si offrono per l’accettazione del bimbo malformato hanno già cinque figli e due in affido: non sono dei filantropi dichiarati o bigotti dal collo torto: portano una argomentazione laica a diciotto carati: la vita umana non va mai soppressa. Argomentazione che dovrebbe essere condivisa anche da non credenti, e da Zucconi stesso se fosse logico.

Ci si potrebbe commuovere di fronte a una vicenda come questa: sposi che si aprono a vite nuove ampliando la loro capacità di amore. E invece. Zucconi – è cattolico? - prende l’occasione per una frecciata contro l’intransigenza e l’obnubilazione della morale cattolica. Ecco il Magistero altisonante e forse non del tutto ripensato del giornalista di Repubblica: “I pastori di anime dovrebbero aiutarci costruendo ponti di comprensione, di tenerezza, di pietà, imparando a distinguere, a sorreggerci, non condannandoci come “terroristi dal volto umano”, secondo una orrenda e ignobile definizione attribuita a un vescovo a nome della Congregazione della fede”.

Il paralogismo orrendo che ormai è diventato usuale in certa informazione ideologica usa partire da un caso pietoso per giungere a principi morali generali. Così si possono uccidere in Italia 50.000 vite innocenti – anche sanissime –, ogni anno in perfetta concordanza con la legge civile 194.

A meno che sia dato il diritto ai “potenti” ( gli adulti, i genitori ) di decidere chi ha il diritto di nascere e chi, invece, ha il dovere di morire. Ma a questo punto non siamo a una dittatura folle? Folle e incosciente nella sua disinvoltura?

Dottor Zucconi, reciti anche lei il mea culpa e faccia il proposito di raddrizzare le idee secondo il Vangelo e la legge naturale. Dottor Zucconi, giù il cappello alla famiglia che si è aperta a una vita singolarmente bisognosa di aiuto. Dottor Zucconi come qualifichiamo coloro che ammazzano i bambini innocenti?

 

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