Collaborazione con il regime comunista: un arcivescovo implicato

 

Il titolo compare in quasi tutti i quotidiani di ieri l’altro: Monsignor Wielgus, un vescovo polacco, avrebbe collaborato con i servizi segreti dei regimi comunisti. Nonostante questo, è stato nominato arcivescovo di Varsavia. Per alcune ore. Poiché, saputa la notizia, il prelato ha rassegnato le dimissioni.

La meraviglia non può mancare di fronte a un fatto come questo: risulta possibile che un arcivescovo di Varsavia si lasci intruppare in un circolo di spie – diciamo la parola – al servizio del marxismo, proprio a ridosso della morte di un Papa polacco che ha combattuto strenuamente il comunismo fino a porsi come uno dei pilastri più importanti della caduta del regime?

In linea generale si può affermare che la Chiesa non è formata tutta da angeli e da credenti perfetti, per cui qualche caso di infedeltà al Signore che vive nella comunità cristiana, può essere registrata anche tra i personaggi più autorevoli della Chiesa. La questione, però, è forse più complessa. E’ stile pressoché di ogni regime dittatoriale l’organizzazione di spionaggio per comunicare al “nemico” le notizie più segrete e più interessanti. E vengono coinvolti anche persone per nulla prestigiose, le quali  magari  si allineano alla scia di qualcosa che assomiglia a un tradimento magari semplicemente per poter arrampicarsi sulla scala della carriera. E infatti. Accanto a Monsignor Wielgus si sono dimessi altre personalità: perfino Bielanski, braccio destro di Dziwisz. E con lui altri che probabilmente hanno agito scorrettamente senza misurare la gravità delle conseguenze di ciò che facevano. A modo di esempio ci si riferisca al ventennio fascista in Italia, quando sacerdoti poco o tanto si vendevano ai presunti vincitori magari per servire la Chiesa, proprio mentre la stavano tradendo. Nulla di particolarmente scandaloso, dunque. Simili figure sinistre e ambigue non si registravano soltanto tra il clero: magari si identificavano anche tra coloro che si dichiaravano più fedeli all’ideologia dominante.

Rimane un fatto di una certa gravità. Un fatto che si spiega anche per una mancanza di comunicazione  precisa e veloce tra i diversi organismi della Chiesa. La notizia è stata letta dal Papa in ritardo, quando l’arcivescovo di Varsavia era già insediato. Accanto a furbizie e a slealtà, forse bisognerebbe mettere anche l’esigenza di una trasmissione svelta, documentata e verificata per poter assumere le misure disciplinari corrispondenti.

La Chiesa è retta da Cristo, ma Cristo si serve di uomini talvolta scaltri e talvolta tonti. Anche questa è una prova che fa aderire alla Chiesa con senso di fede limpida e realistica

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