Il difficile accordo con gli islamici nord-africani

Il problema del dialogo tra cattolici e musulmani non è certo di oggi, nemmeno nella sua forma di rapporto personale. Si devono distinguere i violenti – soprattutto i terroristi – dagli islamici che sono disposti ad accettare una conduzione democratica della situazione sociale. Tra noi ci sono già musulmani che lavorano, faticano, sono rispettosi degli altri e ossequienti verso le persone alle quali devono rispetto. Si può anche pensare che, con il passar del tempo, il fenomeno della quasi invasione islamica dell’Europa – soprattutto dell’Italia – abbia ad attutire le asprezze dello scontro. L’indifferentismo e l’eclettismo sono tentazioni di tutti i popoli.

Anche con gli islamici occorrerà stabilire un dialogo fatto di gentilezza e di fiducia. Senza cedere all’illusione che tale dialogo si concluderà facilmente con un accordo.

In proposito, recentemente è stata pubblicata una lettera di Charles De Foucauld – beatificato lo scorso anno – a René Bazin, che forse ha qualcosa da dire anche oggi. Fratel Carlo, vissuto per anni eremita nel Sahara a continuo contatto con i Tuareg, manifesta all’amico il proprio dubbio che degli islamici, pur viventi gomito a gomito con i francesi e magari in Francia, riescano a occidentalizzarsi pienamente. E risponde: “In via eccezionale, sì. In maniera generale, no. Molti dogmi fondamentali della religione islamica vi si oppongono; con alcuni di questi vi possono essere degli accomodamenti, ma con uno, quello del Madhi, non c’è spazion di mediazione: ogni musulmano crede che, all’arrivo del giudizio ultimo, giungerà il Madhi, dichiarerà la guerra santa e stabilirà l’Islam in tutta la terra, dopo aver sterminato o sottomesso tutti i non musulmani. All’interno di questa visione di fede, il musulmano considera l’islam come la sua vera patria e ritiene che i popoli non musulmani siano destinati a essere presto o tardi sottomessi da lui, in quanto musulmano, o al massimo dai suoi discendenti; se è governato da una nazione non musulmana, egli ritiene questa situazione come una prova passeggera; la sua fede lo rassicura che ne uscirà e trionferà a sua volta su coloro i quali al momento lo tengono sottomesso”.

I fedeli dell’islam possono preferire un paese piuttosto che un altro o una persona piuttosto che un’altra; ma essi non saranno mai francesi, tedeschi, italiani o amici: “attenderanno, più o meno pazientemente, il giorno del Madhi”, quando si impossesseranno del potere”.

Un reale scambio di nazionalità o un riconoscimento di uguaglianza con altri comporterebbero davvero “una sorta di apostasia, una rinuncia nella fede nel Madhi”.

La lettera di Charles De Foucauld è del 29 luglio 1916. Da allora, non sembra che la situazione sia molto cambiata.

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