Le Congregazioni prima del conclave

Più d’uno si chiederà perché, dopo la morte del papa e compiuti i funerali, i cardinali non si chiudono subito in conclave per nominare il nuovo pontefice. E infatti: Giovanni Paolo II è morto il 2 aprile. I funerali sono stati celebrati l’8 aprile. Il conclave inizierà il 18 aprile. Perché questa lungaggine, quando la Chiesa attende trepidante la designazione e l’accettazione del successore di Giovanni Paolo II? Un tempo si poneva il problema di essere tutti riuniti a Roma per iniziare le operazioni di voto. Oggi in tre o quattro giorni sono tutti in Vaticano da qualsiasi parte del mondo arrivino. Soprattutto dopo il funerale si hanno le cosiddette Congregazioni generali dei cardinali, che altro non sono se non ritrovi di tutti gli elettori con l’eligendo per scambiarsi delle opinioni. Per la verità, oggi, manca un solo cardinale, causa malattia, alle Congregazioni.

Sembrano soste arcaiche e introduttive, queste assemblee, a cui partecipano anche coloro che non potranno eleggere il papa, avendo già compiuto gli ottant’anni. Non è così. Se si eccettuano i cardinali di Curia, alcuni dei quali vengono visitati o vanno a visitare i confratelli in cura d’anime – quelli che sono a capo di diocesi importanti – tranne per qualche rarissima eccezione, i cardinali non si trovano tutti contemporaneamente e con facilità di scambi di idee. Disponendosi a scrivere un nome tra loro su un biglietto di nomina a papa, è bene che si conoscano assai più di quanto si conoscono solitamente. Viaggi a parte per conoscenze dirette e conversazioni sulla situazione della Chiesa.

Chi si meraviglia del fatto che, almeno ultimamente, i conclavi veri e propri durano di solito pochissimo, non tien conto dei reciproci scambi di opinioni avvenuti prima dell’inizio del conclave. Non c’è bisogno di trattare ex professo il tema dell’identificazione del prossimo papa. Basta prendere la parola per descrivere la situazione della Chiesa contemporanea, e ci si accorge se uno vede motivatamente la Chiesa come una nave sbrecciata, o come un vascello di lusso con le vele spiegate al vento. Si intuisce, poi, se uno è attento all’unità e alla sicurezza della fede nella comunità cristiana, se pensa soprattutto alla morale evangelica da predicare e da attuare, se ha uno spirito ascetico o attento alle realtà sociali, se si interessa di liturgia o di predicazione ecc. Così ciascuno si fa un idea del papa che occorre per la Chiesa di oggi. Ammesso che tutti si espongano con la lealtà richiesta dalla fede. Ma questa va presupposta: un tizio che brama il soglio di Pietro oggi è da far visitare.

Dopo di che, rimangono i raduni informali – cene, pranzi, conversazioni a tema ecc. – durante i quali si completa un poco la conoscenza reciproca.

E non si dimentichi l’azione dello Spirito Santo, per chi crede: un’azione che non si svolge al di fuori della vita umana normale, oltre la preghiera. Non a caso i cardinali chiedono il sostegno dell’orazione dei fedeli particolarmente in questi giorni.

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