L’influsso positivo di Giussani

La notizia fresca della morte e il funerale appena celebrato di mons. Luigi Giussani ha coinvolto folle formate da persone della cultura, dell’arte, della politica ecc. Ha coinvolto anche numerosi giovani che hanno dimostrato una affezione e una gratitudine che rincuora: anche perché il discorso sui giovani di solito assume toni dimessi se non proprio di disfattismo.

Un giudizio più sereno dell’uomo e del Movimento da lui creato richiederà tempo e pacatezza che ora non è possibile avere. Si può, però, siglare qualche appunto che avvii una valutazione ponderata nel futuro. Anche perché, nelle ore – nemmeno nei giorni – passate dalla morte del Gius si è levata qualche voce di critica forse non del tutto documentata, dovuta piuttosto a degli stereotipi che sembrano duri a morire.

Il personaggio non sembra da liquidare come un entusiasta con qualche idea integralistica in testa. L’entusiasmo era l’espressione della ricchezza di un sentimento debordante che non poteva essere racchiuso nell’animo di un uomo dalle vedute ampie e dalle motivazioni profondamente umane. Accanto alla vena emotiva che si apriva sul culto del bello si poneva una robusta istanza intellettuale che traeva la propria origine dalla fede cristiana, come egli amava dire in contrasto con molta cultura ufficiale. Il suo cristocentrismo e la sua passione per la Chiesa e per l’uomo nascevano da una adesione profonda e solida al Signore Gesù considerato come presente nel nostro tempo e in ogni ambiente: presente e capace di dare senso all’universo, all’umanità e al cuore di ogni uomo. Anche in campo cattolico non si è sempre visto con acutezza l’attenzione e l’intenzione che Giussani aveva di valorizzare l’umano dentro la realtà di Cristo, uomo perfetto e signore di ogni persona e di ogni epoca. Non si è intuita la sinteticità del suo pensiero: non si doveva distinguere per unire il campo della fede con il campo della vita profana; si doveva, piuttosto, distinguere nell’unito per raggiungere un’unità sempre più profonda.

Il Movimento, poi, può aver avuto tappe di sottolineature eccessive in un senso o in un altro, soprattutto quando lo si considerava nella sua connotazione politica che era conseguente a esso e da esso distinta, nonostante i giudizi affrettati in senso contrario. Senza dimenticare che un popolo è formato da fisionomie e da caratteri disparatissimi, tutti legati, però, da un amore profondo al Signore Gesù, alla sua Chiesa e alla società che si voleva animata da valori indiscussi e capaci di dare gioia e speranza. Credo che la Chiesa debba la riconoscenza al Gius per lo scossone che ha dato nel senso della fede e della cultura. Anche il mondo politico è stato richiamato ad alcune istanze ineludibili. Con tutte le limitazioni del caso. Con la speranza che i ciellini mantengano il loro fervore cristiano, rimangano e si facciano sempre più uniti e operino nel pieno rispetto di ogni libertà per far germinare quei valori morali che il Signore Gesù, laicissimo, vuole anche per la nostra democrazia di oggi.

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