Archiviamo il “Giorno della memoria” anche di quest’anno. Eccidi di massa tra ebrei, consumati in campi di concentramento tedeschi. Ed è utile ricordare simili aberrazioni. La memoria è spesso la facoltà dell’uomo più incline a dimenticare. E la storia non insegna nulla, allora: non solo perché le generazioni si susseguono, ma anche – e soprattutto – perché ci si scopre restii a riflettere sulle motivazioni che hanno spinto ad autentiche tragedie di popoli. E si può scoprire, a un certo punto, che una “razza” non è soggetto ultimo di responsabilità; che, anzi, si ignora con esattezza in che cosa essa consista per essere caricata di colpe nefande. E’ tanto istintivo fare del conformismo, quando si parla nel coro della diceologia, senza magari essersi data la pena di un minimo di documentazione e di riflessione. Lager. Poi ci si adegua alla banda dei tromboni della propaganda e amen.

        Onore e riconoscimento dell’autentico eroismo di milioni di ebrei. Attenti, però: un qualche antisemitismo risorgente può celarsi sotto la coltre di un’indifferenza che svela per un giorno efferatezze le quali si accettano, invece, lungo l’anno intero o quasi. Statistiche alla mano. Domanda: tra gli orrori delle violenze recenti – anche gratuite o quasi – vi sono soltanto i misfatti dell’Olocausto, o si devono considerare anche i Gulag, le occupazioni proditorie di nazioni libere per stabilirvi un progetto politico, le esecuzioni sommarie di popolazioni considerate di ostacolo all’attuazione di una idea – di una follia – che intendeva porsi come liberazione da non si sa cosa, mentre era preparazione a una prigione ampia quanto un impero domato manu militari?

        Si ammetta: il disegno oppressivo non coinvolgeva direttamente italiani in gran numero. E tuttavia non si può dimenticare che almeno un connazionale – non tra gli ultimi – quasi approvava gli stenti e le morti tra soldati nostri connazionali: nelle famiglie del nostro paese, poi, si sarebbe imprecato contro la Germania e il fascismo. E, per venire più vicino a noi: è criminoso imporsi silenzio e smemoratezza nei confronti dei trucidati a guerra civile conclusa dopo la Liberazione. Fascisti? Anche. Spesso persone colpevoli di avere una capacità critica dell’analisi della situazione complessa in cui vivevano; e colpevoli di non essersi accodate alla prospettiva politica che da parte di molti si stava preparando in accordo con il Soclialsmo reale dell’est e della conquista del potere in Italia. Cose, queste, che oggi iniziano a poter essere dette impunemente anche perché provate da seri studi storici. Era ora.

        Se poi c’era un retropensiero di tipo antiecclesiastico per il silenzio di un papa, di grazia: quante condanne sono venute poi di fronte al massacro di resistenti nei confronti del marxismo? O anche questi papi non sapevano nulla?

        Quanti giorni della memoria?

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