Cuore ambiguo

Omelia nella Messa della Domenica delle Palme

Como, Cattedrale, 13 aprile 2003

 

Signore Gesù, varchiamo la soglia della Settimana santa

con un senso di angoscia e di speranza.

Ti saremo vicini nella passione:

il tuo morire sarà per noi colpa e salvezza.

E’ giunto il momento della tua gloria e del tuo abominio:

tu sei il Cristo, il Figlio del Dio benedetto,

ma sei anche l’uomo dei dolori,disprezzato, sfigurato:

non si ha forza di guardarti in volto e negli occhi,

perché ti abbiamo tradito.

Siamo pronti a metterci tra la folla plaudente che agita i rami d’olivo e stende i mantelli al tuo passaggio.

E’ fede, dunque?

Ci ritroviamo in Pietro, in Giuda, nelle autorità sacre e imperiali che ti condannano, nella folla che non osanna più il figlio di David,

ma urla: crocifiggilo, preferiamo Barabba il malfattore

a te che offri la vita per noi.

Il nostro povero cuore è fragile, oscillante, volubile, capace di entusiasmi, di depressioni e di odio.

Capace di trascuranza, perfino.

Signore Gesù, rinsalda le nostre certezze: fa’ che ti riconosciamo nostro salvatore;

fa’ che ci convertiamo alla tua dilezione soave e aspra;

fa’ che ci lasciamo raggiungere e catturare e redimere dalla tua dilezione

che ci dona motivi di vivere e di morire.

Vogliamo essere con te

e che tu sia meno solo e prostrato.

Perdonaci ancora una volta.

Rendici capaci di pianto sul tuo dolore che è per noi.

Aprici alla novità della vita di grazia che suscita speranza.

Ti amiamo, Signore, con il cuore ambiguo e sfuggente che ci ritroviamo.

E che la tua Verità

ci faccia cadere in ginocchio

e ci trasmuti.

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