Ci si può sbattezzare?

Il pontificio Consiglio per i testi legislativi, un organismo vaticano diretto dal cardinal Julian Herranz, ha pubblicato tempo fa un documento che regola la modalità con cui staccarsi dalla Chiesa cattolica da parte di fedeli: il titolo del documento, pubblicato da Civiltà cattolica è “Actus formalis defectionis ab ecclesia cattolica”. Per la verità, non si tratta di una novità assoluta. Un richiamo a questa presa di posizione era già stato fatto nel Codice di Diritto canonico rivisto nel 1983.

Stando alla spiegazione di padre Ottavio de Bertolis, che insegna alla Facoltà di Diritto canonico nella Pontifica Università gregoriana di Roma, l’intervento prevede un libero atto di distacco dalla Chiesa, che implica la rottura dei “vincoli di comunione”: la fede, i sacramenti e il governo pastorale della Chiesa.

La decisione di sciogliere questi vincoli deve essere comunicata in forma scritta e ufficiale all’autorità ecclesiastica: deve essere un atto manifestato dall’interessato in forma ufficiale davanti alla competente autorità della Chiesa cattolica: vescovo diocesano o parroco proprio, al quale unicamente compete di giudicare l’esistenza dell’atto di volontà del contenuto espresso.

Questa presa di posizione può esprimersi a modo di “apostasia”, quando l’autore intende rifiutare in toto la fede cattolica; di eresia, quando l’autore intende rifiutare qualche aspetto determinante del “credo cattolico”, o di scisma, quando tale scelta  intende soltanto rifiutare l’appartenenza alla Chiesa in senso giuridico amministrativo con le conseguenze civili prevedibili, per esempio la prassi da usare nel caso del matrimonio religioso.

L’intervento è da spiegare alla luce della Dottrina cattolica. Il Battesimo, in quanto sacramento che agisce sull’essere della persona e in quanto atto sacro che imprime il carattere, non può essere radicalmente cancellato: esso è atto della Chiesa nella quale agisce Cristo e dunque stabilisce un carattere ontologico permanente tra il fedele e la comunità cristiana. In seguito a un ripensamento, colui che ha abbandonato la Chiesa potrà ritornarvi.

Un insinuazione: perché questa diffusione di notizia che sembra una novità assoluta? Si può azzardare un’interpretazione: in alcune nazioni – tipo la Germania – i cittadini tedeschi che appartengono a una confessione cristiana sono obbligati a pagare una tassa che si aggira sul 2% dello stipendio. Si sta preparando qualcosa di simile anche per l’Italia? Già la direzione è assunta o sul punto di essere assunta per l’Ici e tasse simili. Vedremo verso dove si procede. Non sarebbe bene esprimere le intenzioni fin d’ora? Anche per non giocare al cucù della emissione e delle remissione delle tasse a cui assistiamo e di cui non si capisce quasi nulla. O si capisce benissimo.

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