Pacs, quasi legge senza passare attraverso il potere legislativo

A Padova, il Santo sembra fare miracoli legislativi al di fuori delle vie legislative. La giunta è rossa. Il sindaco è Flavio Zanonato. Recentemente, con la collaborazione di Alessandro Zan, consigliere diessino, presidente dell’arcigay del Veneto, è stato approvato una sorta di decreto che legalizza qualcosa che assomiglia e sembra più impegnativo dei Patti Civili di Solidarietà: i cosiddetti pacs di cui si parla fino alla noia.

Non si tratta di un matrimonio vero e proprio: né religioso né civile. Non si tratta neppure di una sorta di contratto tra due persone – perché soltanto due? – di diverso o di identico sesso. Ventisei voti (tutto il centro sinistra esclusi i verdi che non sono in giunta), sette contrari e un astenuto. La mozione impegna il sindaco e la giunta a “istruire l’ufficio comunale affinché rilasci, su richiesta degli interessati, l’attestazione di famiglia anagrafica basata su legami affettivi. Dunque, non si tratta più di un patto di diritto civile privato: in qualche modo entra nella legislazione sia pur locale.

Occorrerà impegnare giuristi, psicologi, giornalisti di rotocalchi vaporosi e un poco sudici per definire e valutare quando si ha un vero e proprio atto pubblico fondato sugli affetti: sugli affetti che sono gli atteggiamenti più cangianti e inconsistenti della vita dei viveurs: niente serietà circa la parola data in modo esclusivo ed eterno. Va’ dove ti porta il vento o il capriccio. Il cuore è cosa seria. Salvo poi ad accorgersi che di serio in questa faccenda rimane soltanto un guadagno economico: inclusione del “compagno/a” nel testamento, reversibilità della pensione, priorità della graduatoria per i posti di lavoro e le case ecc.

Si ha un bel dire che la trovata va nel senso dei rapporti interumani – coniugali? -; il fatto è che, al termine di tutto, rimane il piacere sessuale che non sembra aver molto a che fare con l’amore umano autentico. E rimangono i soldi. Ciò che può sembrare un passo avanti verso l’età adulta si rivela, a ben guardare, un passo indietro verso l’adolescenza e l’interesse economico. Viva la promozione della persona umana e dell’amore coniugale.

Si comincia da Padova. V’è da prevedere che si moltiplicheranno i casi di convivenze privato-sociali. Dopo di che, si ascolterà la solita solfa della diffusione di un fenomeno che deve essere regolato dalla legge. Così si saluta da lontano il popolo e la democrazia, le elezioni e le maggioranze, per far prevalere delle pretese squinternate.

Aspettiamo che il potere legislativo nazionale approvi simili svarioni umani. Umani, perché la religione qui non entra troppo a dettar legge. Anche se si avverte sempre più che soltanto la religione è capace di proteggere e di stimolare i supremi valori umani. Il presidente della Camera ha già espresso il suo parere a favore di questi sgorbi di unioni. E doveva rimanere al di fuori della discussione circa la legge civile. Dopo di che, si pianga sulla crisi della famiglia e sul disorientamento dei ragazzi. I ragazzi sembrano radunati alla Camera e al Senato. Almeno alcuni. Maggioranza?

 

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