Dialogo tra marxisti e cattolici

Sono ormai mesi – anzi, anni – che Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI insistono su problemi di bioetica: cioè, su problemi morali riguardanti il rispetto e la promozione della persona umana. Aborto. Cellule staminali al loro inizio. Omosessualità. Convivenze pseudomatrimoniali con un bollo piccolo piccolo di legalità. Eutanasia. E altre faccende simili e intuibili. Decenni fa la Chiesa su queste faccende non insisteva più di tanto: non perché non si trattasse di fenomeni gravi, ma perché erano comportamenti quasi istintivamente rifiutati dalla gente comune di buon senso. Metteva invece l’accento sulla esigenza della giustizia, soprattutto economica, contrapponendo ricchi e poveri, con più di un accenno di condanna al sistema capitalistico attuato quasi senza norme limitative.

Perché questo cambiamento di tematica nel magistero ecclesiale? In un acuto articolo di Galli Della Loggia del 18 c.m., lo storico contemporaneo legge il mutamento di confronto nel fatto che – semplificando – almeno per i paesi economicamente sviluppati si è notevolmente attenuata la forza della classe operaia e il benessere si è diffuso in modo rilevante. Il valore sommo da salvare si rivela, così, l’uomo nella sua originalità assoluta.

Se l’intuizione è vera, allora i cattolici dei paesi ricchi sono costretti a rivedere il loro argomentarlo e la loro scala di valori su cui puntare gli sforzi per una società più giusta. Non a caso si ha l’impressione che il cattocomunismo sia un rudere da consegnare alla storia senza speranze di ripresa. Allora, però, ciò che indurrebbe a legare credenti e non credenti ideologizzati non sarebbe quasi più la questione sociale, ma la felicità del piacere corporeo, soprattutto sessuale.

Così molti cattolici perderebbero le loro motivazioni di dialogo e di lotta e si intrupperebbero in un amalgama di velleità edonistiche che non baderebbe più alla preziosità unica della persona umana. Chiedo scusa del riassunto sbrigativo e senza troppe sfumature. Esistono ancora i poveri anche nei paesi opulenti. E c’è altro: il campo nel quale si stanno incontrando cattolici e anticredenti si identifica in un argomentarlo che include il terzomondismo, l’ecologia, una pace indistinta e cose del genere. Sia chiaro: cause decisive, ma, se non si precisano i confini dei problemi, si rischia di limitarsi a parole vuote, a manifestazioni gridate, a bandiere spiegate dietro le quali non si disegnano ideali veri e precisi.

Su questo rilievo rifletta Galli Della Loggia. I vecchi cattocomunisti inizino a tirare i remi in barca. I credenti autentici si impegnino a risolvere le questioni che le dittature hanno lasciato alle spalle.

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