Sì all'ora di islam nelle scuole italiane?

C’è anche qualche cardinale che parla di questioni pastorali e politiche come se trattasse del tre semplice e del tre composto e del teorema di Pitagora. La frase, innanzitutto.  Pronunciata ieri l’altro dal card. Raffaele Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, sui rapporti con il mondo islamico a radio 2. Virgolettando, e ammesso che la stampa non abbia tradito il pensiero, ecco la posizione di sua eminenza: “Se in una scuola ci sono cento bambini di religione musulmana, non vedo perché non si possa insegnare la loro religione. Questo è il rispetto dell’essere umano, e il rispetto non deve essere selezionato”. Semplice, no? Semplice fino a un certo punto.

  1. Non si riesce a capire perché mai i musulmani debbano essere cento e non dieci e non uno. Se si vuole la libertà e la reciprocità di insegnamento, occorre che queste prerogative siano di tutti gli alunni, nessuno escluso: e senza arrestarsi ai musulmani, ma includendo anche i Buddisti, i Confuciani, Tibetani, i Testimoni di Geova, gli adepti di Scientology ecc. Qui nascono problemi non irrilevanti. Chi stabilisce la dottrina da insegnare? Chi designa i docenti? E chi non vuole iscriversi a nessuna scuola di religione, che cosa fa?
  2. Nella scuola pubblica lo Stato italiano ha sottoscritto un concordato in base al quale si insegna la religione cattolica nelle scuole statali. E la si insegna in chiave culturale. Che cosa si vuole esattamente dal musulmanesimo? Una sorta di islam laicistico? Ma esiste?
  3. A meno che questo passo previsto dal cardinal Martino preluda a una scuola privata, la quale, però, deve trattare tutti i cittadini alle stesse condizioni. Ci si sente?
  4. Il cattolicesimo in Italia ha una tradizione secolare che non sembra possa essere trascurata in una formazione scolastica di base. O bisogna imporre l’apprendimento dell’arabo anche agli italiani?
  5. E’ realistico affidare l’educazione al rispetto reciproco e alla fraternità umana soltanto alla scuola? E quale islam si intende insegnare? Poiché non sembra manchino diverse scuole musulmane tutte derivate dal Corano.
  6. In un impeto di poesia o di illusione si può anche ammettere che non si deve attendere la reciprocità dell’insegnamento del cristianesimo nei paesi musulmani dove vivono dei cristiani. Ma questa irrilevanza della reciprocità non conduce a un rincrudimento anche maggiore delle posizioni religiose e politiche?

Sono domande che non possono essere lasciate a mezz’aria. Anche perché è tutto da dimostrare che l’islam sia completamente tollerante. New York, Londra, Madrid, Sharm el Sceik ecc. sono davvero vicenduole che possono essere dimenticate impunemente?

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