Intervista

Uno scenario apocalittico, quanto prevedibile, affiora nelle considerazioni del vescovo di Como che insiste nel lanciare l’allarme: “l’Islam è una minaccia” ha ripetuto i giorni scorsi. Lui l’aveva sempre detto, anzi predetto da oltre dieci anni, e ora  i fatti gli stanno dando ragione. Monsignor Alessandro Maggiolini, può chiarire meglio questa sua analisi ?

“Attenzione, non intendo dire che i musulmani siano tutti fondamentalisti e terroristi. Ma certamente la cultura musulmana ha dei germi che spiegano la violenza, i kamikaze, le rivolte di questi giorni…I motivi? Innanzi tutto perché il loro concetto di persona non è agganciato alla trascendenza: Allah è estraneo alla storia e men che meno è uomo della storia. Punto secondo: la persona non è considerata intangibile, sacra, soggetto di diritti inalienabili…Basta vedere in che considerazione vene tenuta la donna e come ne venga calpestata la dignità. Infine, c’è nell’Islam un concetto della vittoria finale su tutto il mondo non islamico considerato come infedele, e anche questo non può che alimentare la logica del dominio, la volontà di conquista.”

 

Lei suggerisce dunque di difendersi, ma d’altra parte i cristiani sarebbero chiamati a porgere l’altra guancia. Come la mettiamo?

“Non si può staccare una riga dal vangelo e pretendere di capirla. Porgere l’altra guancia è un modo per dire che non bisogna reagire con la vendetta; tant’è che la stessa legge del Taglione, “occhio per occhio, dente per dente”, paradossalmente non invita alla vendetta, ma ad una parità fra offesa e reazione. Con Gesù c’è il superamento di questo stile, ma non è detto che non bisogna difendersi. Altrimenti bisognerebbe eliminare tutti i mezzi di difesa: smontare le serrature dalle porte, le inferriate dalle finestre, mandare a spasso gli addetti alle Forze dell’ordine, aprire le carceri…E sognare di vivere nell’eden prendendo manganellate. Anche Papa Benedetto XVI ha chiarito che quando c’è la giustizia ci può essere la carità, ma la giustizia è pregiudiziale”.

 

Papa Ratzinger aveva anche manifestato perplessità circa l’ingresso della Turchia in Europa

“E’ bello, io esprimo le mie idee e passo per un ratzingeriano…non ho fatto da eco, ma semplicemente siamo in sintonia. Ricordiamoci che si tratta di 70 milioni di musulmani che entrano in Europa e io francamente capisco che c’è il problema del petrolio, ma il petrolio turco non deve essere il passepartout per un incontro che si rivela scontro”

 

Veramente più che per  ratzingeriano Lei passa per “vescovo leghista”

“Quando la grande informazione utilizza una qualifica, anche se non c’entra nulla, poi si ripete come le litanie lauretane. Ma se mi si chiede dov’è la sede della Lega, non lo so. Sono uno dei pochi che ha attaccato la Lega in modo forte quando Bossi aveva fatto le sue sparate contro la Chiesa”

 

Tornando al clima arroventato di questi giorni, il suo giudizio prende di mira anche l’Occidente e la sua inconsistenza culturale. A suo dire, ci troviamo stretti in una morsa fra fondamentalismo islamico e dittatura del relativismo. C’è una via di scampo?

“La via d’uscita è il ritorno ad una identità cristiana all’interno della quale si recuperano una serie di certezze metafisiche e morali che permettono un confronto serio, non ovattato o diplomatico. I cattolici devono avere il cuore tenero e la testa dura e non il contrario. E’ giusto dialogare, ma in una condizione di parità per cui ognuno abbia qualcosa da proporre e anche da mettere in discussione. Senza un ritorno alle radici, senza un orizzonte metafisico che rimetta a tema le grandi questioni su verità e  moralità, sempre più assisteremo ad una sfarinatura e un appoltigliamento della cultura europea. Ho un gran timore per il futuro di un’Europa senza anima e senza dignità, pronta a consegnarsi ad altri dando addirittura i mezzi per perseguitarla”

 

E la politica italiana? Come superare delusione e scetticismo? Un cattolico valuta soprattutto la coerenza personale o sceglie in base ad un programma che promette legislazioni contrarie a pacs, Ru486, eutanasia…?

“Certo la coerenza personale ha un valore e il politico è anche una persona che dovrebbe dimostrare

il proprio volto e la propria identità. Ma occorre verificare soprattutto i programmi e la priorità che in essi assume la difesa della vita, del matrimonio, della famiglia e problematiche inerenti. E occorre anche valutare le persone che governano per l’onestà e la volontà nell’ attuare il programma  anche contro l’opposizione di minoranze fracassone. Credo sia assolutamente necessario rivedere il problema della sicurezza nel nostro paese: quando gli uomini delle forze dell’ordine sono messi in ridicolo in quanto incaricati di un compito che non possono espletare, malpagati e non supportati da un sistema solido a livello statale, cosa ci si può aspettare?”

 

In più occasioni il vescovo di Como ha parlato di deriva della attuale civiltà, ma ha sempre abbinato anche la parola speranza. Lo farebbe ancora oggi?

“Sulla deriva non penso si possa discutere, è sotto gli occhi di tutti. Non sono propenso ad un facile ottimismo e non riesco proprio a leggere in certi fenomeni, pur di per se positivi, i segni di un’autentica inversione di tendenza. Ad esempio giovani, a migliaia attorno al papa, rappresentano una manifestazione utile e provvida, ma gli stessi giovani non dimostrano poi di saper andare controcorrente…E il fallimento del referendum sulla legge 40, che qualcuno legge come segnale di libertà e responsabilità del popolo, a mio parere è stato più che altro  determinato dal fatto che l’argomento in questione interessava a pochissima gente. E veniamo alla speranza: non manca di certo, non è però politica, ma teologica. Se anche rimarremo in pochi, e rimarremo in pochi, la libertà interiore fondata su degli ideali anche per la promozione della nostra società, non verrà mai meno”

 

E ora Maggiolini interroga Maggiolini

“Sì, vorrei rispondere a questa domanda: dove si va? Sono certo che il credente diventerà sempre più un originale  e un paradossale. Perché crede in Gesù Cristo reale, vivente e presente come principio di rinnovamento della civiltà e della fraternità umana. Dovrà prepararsi alle difficoltà in ambito civile e statuale, attendersi il dileggio, ma anche tanta invidia…

 

Anche l’invidia?

“Sì, sarà una persona di pace, che esprime una profonda letizia… Non è cosa da poco.”

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