E’ il caso di cui si parla in questi giorni. Un giudice del tribunale de L’Aquila, Mario Montanaro, ha ingiunto che siano tolti i crocifissi dalle aule delle scuole dell’infanzia e delle elementari. La sentenza pretende di rispondere a una denuncia presentata dal signor Adel Smith, presidente dell’Unione Musulmani d’Italia. Che dire? Oso abbozzare tre bigliettini, con qualche esitazione.E soprattutto senza cedere all’aria di crociata che la querelle ha suscitato.

  1. Bigliettino al giudice Montanaro. Signor giudice, so che il dispositivo della sentenza, se non ho letto male, si dilunga per trenta pagine. Una sorta di trattato. Sto a quanto riesco a capire dall’informazione virgolettata. Ella vuole una scuola pubblica “imparziale”, “neutra”, religiosamente non schierata insomma. Dapprima intende togliere i simboli religiosi piuttosto che esporre sulle pareti delle aule una “pluralità” – una sorta di politeismo -, “che comunque finirebbe per ledere la libertà religiosa negativa di coloro che non hanno alcun credo”.  Poi propone un pluralismo di fedi che non riesco a concordare con le nude pareti. A meno che rimanga soltanto la libertà di ateismo. E’ ciò che vuole? Non capisco.
    Ancora, signor giudice, la sua decisione non evidenzia in modo perspicuo la funzione del magistrato. Se sta una legge che impone il crocifisso nelle aule scolastiche, qual è esattamente il di lei compito: far rispettare la legge, tentare di cambiarla attraverso il Parlamento o la Corte costituzionale, oppure crearne una nuova di sua iniziativa, quale appartenente all’ordine giudiziario?  Mi spieghi. Montesquieu avrebbe qualcosa da ridire.
  2. Bigliettino al signor Adel Smith: un bigliettino ammodo, perché mi pare che ella sia di mano lesta: non vorrei buscarmi qualche ceffone. Signor Smith, sa che il crocifisso appeso alle pareti delle scuole, dei tribunali e degli uffici pubblici, per chi crede, altro che cadaverino, è il Figlio di Dio fatto uomo, morto e risorto?  Si potrebbe spiegare la vicenda ai suoi figli e forse avrebbero la psiche meno turbata. Per chi non crede, invece, quell’aggeggio è il segno di un tizio innocente che si è lasciato ammazzare piuttosto che imporsi con la violenza. La disturba la cosa? Bisognerebbe essere logici fino in fondo a questo riguardo, vale a dire sbaraccare tutti i segni del cristianesimo disseminati lungo la storia dell’occidente: le basiliche, le cattedrali, i campanili, i cicli pittorici, i canti, i poemi e così via. Non so che cosa rimarrebbe di duraturo in una civiltà come quella in cui viviamo. Ed ella è pronta a riconoscere il diritto di reciprocità alle espressioni cristiane dove il musulmanesimo è maggioranza?
  3. Bigliettino al popolo dell’islam e al popolo cattolico. Cari musulmani, forse sortite come quella del signor Smith aiutano parecchi di voi ad allontanarsi dalla fede tradizionale. Comunque, quando sarete a contatto con la cultura del benessere, avvertirete senza dubbio la tentazione di un qualche adattamento. Smussando non solo il terrorismo e le denunce ai tribunali.

Cari cattolici italiani, interroghiamoci se non si nasconde una venatura di verità nell’impressione che si avverte, secondo la quale, nel caso ceda la fede, anche i segni della fede perdono via via il loro senso e il loro valore.

Ciascuno si assuma le proprie responsabilità senza scatenare baruffe.

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