Chi segue un poco la stampa francese sa con quanta serietà e con quale puntiglio venga trattata la questione della laicità delle istituzioni statali. In generale e, da mesi, soprattutto circa la scuola.

        Una punta dell'interesse venne raggiunta mesi fa riguardo ai segni religiosi nella scuola laica, appunto. Tutto cominciò con tre ragazze musulmane che lo scorso anno scolastico si presentarono in aula con il chador: un velo fitto in capo, che lasciava scorgere a stento gli occhi; o meglio, lasciava che gli occhi semicoperti vedessero senza essere troppo controllati. Problema politico e filosofico: il chador è segno religioso? e come tale può essere ammesso in una scuola laica?

        La commissione parlamentare e governativa - venti membri - stabilita allo scopo viene incaricata del cruciale interrogativo. Trenta sessioni. Un centinaio di esperti interpellati. Si progetta una legge apposita. Intanto ragazze francesi a tutto tondo e con sangue perfettamente gallico si divertono esse pure a venire a scuola con il chador. Fa trend. E soprattutto, con la scusa di difendersi dagli sguardi indiscreti e aggressivi dei ragazzi, ne attirano l'attenzione.

        Passano i mesi e le fanciulle islamiche allentano un poco la disciplina del velo e si lasciano riconoscere. Dunque, la laicità consisterebbe nella possibilità di essere identificate così da non scambiarsi di persona agli esami? E se case di moda - càpita di tutto - lanciassero un chador abbastanza arioso, si sarebbe ancora al caso di un capo di abito religioso?

        La commissione parlamentare e governativa attenua il rigore di fronte agli aspetti estetici della problematica. Contro una religione si deve resistere. Non ci si può opporre agli atelier: coprissero di tappeti senza fori o limitassero gli abiti a striscioline tipo minimo comun denominatore. La legge, comunque, viene rimandata.

        Per dire che in Francia la laicità è un dogma indiscutibile anche se si ignora in che cosa precisamente consista. Fino a situazioni di involontario umorismo.

        Domanda più impegnativa: e se il richiamo al cristianesimo e all'ebraismo come fatto storico, non come appello normativo, nella bozza di Costituzione dell'Unione europea, non fosse che una presa d'atto, costituirebbe ancora reato di lesa laicità? Quando si dice pregiudizio. Si camuffa la tradizione. Si mette un chador rigorosissimo a un Continente, purché tale velo sia laico. Ci divertiamo?

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