Non riesco ad abituarmi alla vista del papa attraverso il piccolo schermo televisivo. La sua figura mi sta sugli occhi come un richiamo inevitabile e struggente. Mi sta nel cuore come un'oppressione e una speranza. Si vede benissimo. Le telecamere, poi, sono impietose e quasi crudeli nel puntare su particolari del papa vecchio e malato. Il papa non riesce più a reggersi in piedi. Si appoggia sulla sinistra sostenendosi con i braccioli della poltrona. Tiene la testa bassa. L'occhio sinistro quasi gli si chiude. Incespica quando legge i discorsi. Talvolta gli manca il respiro e allora è una sorta di panico e di simpatia che si diffonde nella folla.
Che cosa può fare un uomo così ridotto dalla vecchiaia e dalla malattia? E se fosse proprio la sua debolezza a mostrare una forza sorprendente che gli viene dal suo Signore?
Il vigore, la potenza, si direbbe la iattanza non derivano soltanto dalla condizione di salute come di un atleta. Una seduzione strana può irradiarsi anche da un uomo che perde la saliva e trema come una foglia. Non c'è bisogno di lunghi discorsi perché faccia capire che ama la Chiesa e ciascuno dei suoi figli nel mondo. Può bastare il ripetere cocciutamente la parola pace. Chi può capire capisca. E così proprio nella fragilità di quest'uomo si rivela una forza trainante che scuote la storia.
C'è un altro rilievo da porre. Giovanni Paolo II è senza dubbio uomo di ampie e lunghe vedute, di coraggio indomito, di volontà di lotta contro il male. Ma rimane da chiedersi se sarebbe il personaggio che è nel caso in cui non lo sostenesse più una fede solida come una roccia. A questo secondo livello di analisi giungono i credenti. Gli altri intuiscono qualcosa di enigmatico. Cercassimo la dimostrazione provata che la fede sostiene la ragione e dà voce alle attese più profonde dell'uomo, ebbene ecco questo fedele incaricato della Chiesa e del mondo, che parla e agisce a nome di Cristo. In fondo la Chiesa, oggi, sta tentando di salvare la ragione ancor prima della fede. E il papa ne è pienamente consapevole. Egli stesso è l'icona splendida di questo influsso del credere sul pensare e sul vivere. Vogliamo ringraziare?