Com'è noto, lunedì 22 c.m. il card. Ruini ha tenuto la prolusione alla tornata del Consiglio permanente della Conferenza dei vescovi italiani. Il tema era la parrocchia. Ma si sa che il Presidente della CEI in queste occasioni riassume e valuta le vicende almeno italiane più rilevanti a partire dall'ultima prolusione. Non senza qualche giudizio personale anche opinabile.

        Il giorno dopo, molta informazione stampata, radiofonica e televisiva si è adoperata a far passare che Ruini aveva bacchettato il governo, aveva strigliato la maggioranza parlamentare, aveva richiamato all'ordine la Casa delle libertà. Ora, se così risultasse dal testo integrale, non ci sarebbero obiezioni da muovere. Basterebbe verificare se i rabbuffi sono motivati. Il fatto è che l'interpretazione non corrisponde alla realtà.

       Intanto, il presidente dei vescovi italiani prende nota di qualche - pur lieve - passo compiuto nella giusta direzione dall'esecutivo in carica: il sostegno alla famiglia, l'aiuto agli alunni che frequentano le scuole paritarie, il riconoscimento dell'azione sociale svolto dagli oratori e da istituzioni simili ecc.

       Poi viene un rimbrotto alla Lega padana circa gli extracomunitari: "Una problematica così complessa e soprattutto così umanamente ed eticamente rilevante viene affrontata in dichiarazioni intermittenti di esponenti di una forza politica che partecipa alle responsabilità di governo, attaccando e dileggiando fra l'altro anche il servizio generoso e disinteressato che la comunità cristiana (la Caritas) svolge in proposito". Senza dimenticare "espressioni inaccettabili (che) sono impiegate riguardo alla Chiesa" con "atteggiamenti scarsamente responsabili".

       Per il resto si auspica "un limite alle esternazioni e alle polemiche reciprocamente delegittimaniti", e vien detto che si avverte "l'esigenza di tenere al riparo le attività istituzionali e le iniziative giudiziarie dai sospetti da molto tempo diffusi, che esse siano utilizzate come strumenti di lotta politica". A chi si riferiscono queste e simili espressioni? Sembra difficile che una forza politica polemizzi con se stessa. E pare sacrosanto riconoscere che si "esterni" troppo, di questi tempi. Una legge non è ancor giunta allo stadio dell'articolato e già se ne parla come di un fatto compiuto, e si litiga senza esclusione di colpi: fino all'ideologia, agli slogan, agli insulti personali.

       Analogamente si dica delle sovrapposizioni e degli scontri fra potere esecutivo e ordine giudiziario. Ormai le critiche non arrivano più da una sola parte della società, né da una sola sottoparte politica. Si rende la pariglia ogni volta. Non sarà male se l'attività legislativa - circa la riforma della tv, per esempio - si terrà lontana da "accesi contrasti" e la discussione non sarà "ridotta a terreno di scontri di interessi politici ed economici".

       Qualcosa da obiettare? Da destra, da sinistra, dal centro? Per ciò che vale la voce della Chiesa italiana, ovviamente.

Instagram
Powered by OrdaSoft!